Investimenti

Il fondo sovrano della Norvegia: dal petrolio alla diversificazione globale

19 dicembre 2022

I fondi sovrani sono fondamentali nei mercati finanziari. Grazie alle loro enormi dimensioni, controllano una porzione rilevante di grandi società quotate e partecipano in maniera molto attiva anche ai mercati obbligazionari e al private equity. Tuttavia, il loro ruolo è spesso sottovalutato da parte degli investitori.

Cosa sono i fondi sovrani?

I fondi sovrani non sono altro che fondi di investimento di natura pubblica che vengono utilizzati da numerosi Paesi del mondo per investire le loro risorse finanziarie per sostenere l’economia e rendere più sostenibili le finanze pubbliche e le pensioni nel lungo termine. Spesso il loro patrimonio iniziale deriva dalla vendita all’estero di risorse naturali, soprattutto energetiche.

Uno dei fondi sovrani più importanti al mondo è quello della Norvegia. Prima della scoperta di importanti giacimenti di petrolio alla fine negli anni ’60 nei suoi mari, dopo una ricerca inizialmente fallimentare durata anni, la Norvegia viveva soprattutto di pesca e agricoltura, ma era comunque il Paese europeo più ricco, con un PIL pc nel 1938 di quasi $1.300 (più del doppio dell’Italia il cui PIL pc era di $551). Grazie alla scoperta di questi giacimenti nel Mare del Nord, la Norvegia è oggi uno dei Paesi più ricchi al mondo. Secondo i dati della Banca Mondiale, la Norvegia è oggi il 3° grande Paese più ricco al mondo, superato solo da Irlanda e Svizzera.

Come si vede nel grafico, il PIL norvegese è stato fortemente legato all’andamento del prezzo del petrolio, soprattutto durante periodi di shock economici come 2000, 2008, 2020 e 2022.

L’economia norvegese è quindi fortemente dipendente dal settore petrolifero, che rappresenta una fonte importante di entrate per il paese. La Norvegia è uno dei principali produttori di petrolio e gas in Europa e le sue riserve di idrocarburi sono tra le più grandi al mondo. Il settore petrolifero contribuisce in modo significativo al PIL, ma l’economia norvegese sta cercando di diversificarsi per ridurre la sua dipendenza dal petrolio e prepararsi per il giorno in cui le riserve di idrocarburi si esauriranno.

 “Le entrate petrolifere sono state molto importanti per la Norvegia, ma un giorno il petrolio terminerà. Lo scopo del fondo è garantire un utilizzo responsabile di questo denaro, pensare a lungo termine e salvaguardare così il futuro dell’economia norvegese.”

Il fondo sovrano norvegese (ufficialmente il “Government Pension Fund Global”) è dunque stato creato per gestire le entrate derivanti dal settore petrolifero e investirle in modo responsabile per il futuro del paese. Secondo alcune stime, le riserve norvegesi dovrebbero terminare intorno al 2075, dunque il Government Pension Fund Global è anche uno strumento per la salvaguardia dell’economia futura.

Questo fondo sovrano è stato istituito nel 1990 dal Parlamento norvegese ed ha iniziato ad operare nel 1996. La gestione operativa del fondo è affidata a Norges Bank, la banca centrale norvegese, ma il controllo e la responsabilità manageriale sono direttamente del Ministero delle Finanze nazionale e del Parlamento. Come suggerisce il nome, il fondo ha portata globale e non investe all’interno della Norvegia. Questo consente una diversificazione elevatissima dell’economia nazionale, attraverso l’utilizzo di azioni, obbligazioni governative, private equity, real estate e altro.

Oggi il fondo è guidato dal CEO Nicolai Tangen e ha un patrimonio gestito di circa $1.300 miliardi: una dimensione veramente enorme persino per gli investitori istituzionali, che rende il fondo il più grande proprietario singolo di azioni al mondo. Grazie a migliaia partecipazioni azionarie in 70 Paesi, il fondo controlla mediamente l’1,30% di tutto il mercato azionario globale.

Con la sua visione di lungo termine, il fondo ha costituito un portafoglio soprattutto investito in azioni (72%), strumenti a reddito fisso (25,40%), Real Estate (2,50%), e da poco si è aggiunta la categoria “Infrastrutture di energia rinnovabile” in cui il fondo può investire fino al 2% ma il cui valore per ora si attesta allo 0,10% del totale.  

Come detto, si tratta di uno degli investitori istituzionali più importanti al mondo: per la componente azionaria investe in 9.340 azioni differenti, per quella obbligazionario investe in oltre 1.365 obbligazioni governative e societarie di 50 Paesi e per la parte riguardante il Real Estate ha investito in quasi 900 proprietà. Vediamo più nel dettaglio le componenti del portafoglio:

  • Azioni: dati 2021 per la componente azionaria del portafoglio del tempo sovrano rivelano enormi partecipazioni in alcune delle società più grandi al mondo. Ad esempio, il fondo controlla quasi l’1% di Apple, Microsoft, Alphabet (Google), Amazon, Meta e NVIDIA, e oltre il 2% di Nestlè e ASML (importante società olandese di semiconduttori che abbiamo approfondito in questo articolo). All’interno del portafoglio con migliaia di azioni vi sono partecipazioni anche molto consistenti dal punto di vista del controllo societario, come l’11% di Vonovia, la più importante società immobiliare tedesca, o il 9% di Paramount Group. Naturalmente il fondo ha anche una forte presenza nel mercato azionario italiano, con partecipazioni rilevanti in società come Enel, ENI, Tenaris, Snam, Juventus, Ferrari, Geox, Intesa Sanpaolo, per un totale di oltre 150 aziende partecipate in Italia. Grazie agli importanti rendimenti delle azioni nel medio-lungo termine, il CEO del fondo ha affermato che tali ritorni sono stati “come trovare il petrolio una seconda volta”.
  • Obbligazioni: La porzione obbligazionaria è una componente molto importante per questo fondo sovrano: a fine 2021 gli investimenti in strumenti a reddito fisso del fondo ammontavano ad oltre $385 miliardi. Questa importante porzione del portafoglio è composta soprattutto da obbligazioni governative di governi centrali (Stati Uniti, Giappone, Singapore, Germania, Regno Unito, Francia, e Italia nelle prime posizioni), ma anche obbligazioni societarie (in primis di banche internazionali come quelle di Bank of America, Goldman Sachs, JP Morgan, Morgan Stanley). La parte obbligazionaria ha conosciuto una forte crescita negli ultimi anni, andando a raddoppiare il suo valore in dollari da 2009 e ad aumentarlo di 3 volte in termini di corone norvegesi.
  • Real Estate: Gli investimenti immobiliari rappresentano una componente relativamente ridotta ma sempre più importante all’interno del fondo. Nel 2011 il fondo sovrano possedeva infatti circa $2 miliardi in proprietà immobiliari nel e al 2021 il valore è salito superando i $35 miliardi. Soltanto una piccola parte di questi investimenti è però gestita esclusivamente dalla banca centrale norvegese. Si tratta in particolare di circa 15 investimenti immobiliari distribuiti tra Francia, Germania, Regno Unito e Svizzera, mentre la stragrande maggioranza dei quasi 900 immobili sono posseduti con diversi partner (come AXA, MetLife, Prologis, Generali e altre). Le proprietà del fondo sono soprattutto proprietà industriali e uffici, ma anche negozi, sparsi in 14 Paesi.
  • Infrastrutture rinnovabili: Il fondo sovrano investe tenendo fortemente a mente il tema della sostenibilità. Questo approccio è evidente osservando la nuova categoria di investimenti “infrastrutture energetiche sostenibili” in cui il fondo ha iniziato ad investire nel 2021. La porzione riguardante le infrastrutture di energia rinnovabile è per ora distribuita soltanto in un investimento del valore di 1,62 miliardi di dollari, ovvero il Borssele 1&2, un enorme progetto eolico offshore situato nei Paesi Bassi di cui il fondo controlla il 50%. Il fondo investe con criteri precisi per quanto riguarda i diritti umani, le tasse e la trasparenza, la corruzione, il rispetto della biodiversità e degli ecosistemi, la gestione del capitale umano e la sostenibilità dell’utilizzo delle risorse idriche. Il fondo può infatti utilizzare la sua forte presenza di controllo in moltissime società, e soltanto nella prima metà del 2022 ha preso parte alle votazioni di oltre 8.500 società in qualità di investitore di lungo termine. Secondo il CEO, “il rendimento di lungo termine dipenderà da come le aziende in cui investiamo gestiranno la transazione verso una società a zero emissioni.

Per seguire criteri di sostenibilità, il grandissimo portafoglio di azioni ha escluso decine di società soprattutto nel settore della produzione di carbone, cannabis, tabacco o armi da fuoco. Tra le grandi escluse figurano Philip Morris, Glencore, Posco, BAT, Boeing e American Electric.

Secondo SWFI, il fondo sovrano della Norvegia è il secondo al mondo per dimensioni, subito dopo quello controllato dallo Stato cinese.

Altri importantissimi fondi sovrani sono quello di Abu Dhabi (Abu Dhabi Investment Authority), del Kuwait (Kuwait Investment Authority), di Singapore (GIC Private Limited) e Arabia Saudita (Public Investment Fund). Come si può osservare nella classifica, molti fondi sono stati costituiti in paesi asiatici e mediorientali che si sono arricchiti molto grazie al petrolio e ad altre risorse energetiche.

Per quanto riguarda l’Europa, altri esempi di paesi con fondi sovrani rilevanti sono la Finlandia (Solidium), l’Austria (Oesterreichische Beteiligungs AG) e Belgio (Société fédérale de participations et d’investissement), che hanno dimensioni molto più piccole rispetto al fondo norvegese.

Oltre al Government Pension Fund Global, la Norvegia possiede anche il Government Pension Fund Norway, che investe le sue risorse soltanto all’interno del Paese e che ha dimensioni minori rispetto al fondo globale.

Gestire i propri investimenti con responsabilità dal punto di vista della sostenibilità e con un’ottica fortemente orientata alla lungo periodo potrà permettere alla Norvegia di mantenere il suo status tra i paesi più ricchi al mondo. Naturalmente, un investimento così grande subirà anche fortissime fluttuazioni con mercati ribassisti (ad esempio, nel 2008 il fondo perse il 23% del suo valore in un anno), ma allo stesso tempo i cittadini norvegesi possono contare su una ricchezza che avrà possibilità concrete di mantenere una crescita elevata nel lungo periodo grazie al Government Pension Fund Global. Dall’inizio del fondo, il suo rendimento annualizzato è stato vicino al 6%: un valore davvero significativo che se mantenuto ancora nel tempo genererà un’enorme ricchezza grazie all’interesse composto.

Fonti:

  • Banca Mondiale
  • CNBC
  • GIC
  • Norges Bank
  • SWFI
  • Yahoo Finance

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