Mercato Azionario

Investire in Australia: il mercato azionario e l’economia del Paese

24 aprile 2023

L’economia australiana è una delle più grandi e sviluppate al mondo, con un PIL di circa $1.550 miliardi. Il paese è uno dei principali produttori mondiali di risorse naturali, tra cui carbone, ferro, gas naturale e oro, ed ha una robusta industria agricola e manifatturiera. Tuttavia, come molte altre economie sviluppate, l’Australia ha subito gli effetti della pandemia, con una riduzione delle attività economiche e un aumento della disoccupazione. Inoltre, a partire dal 2021, l’Australia ha registrato un aumento significativo dell’inflazione, a causa di una combinazione di fattori, tra cui la forte domanda interna, i problemi di approvvigionamento globale e l’aumento dei prezzi delle materie prime. Nonostante questi ostacoli, l’economia australiana si sta riprendendo e il mercato azionario australiano ha registrato un’ottima performance, offrendo opportunità interessanti per gli investitori.

In questo breve articolo vediamo alcune caratteristiche dell’economia australiana e del suo mercato azionario, uno dei più sviluppati e liquidi al mondo.

L’Australia è stata abitata per millenni dalle popolazioni aborigene, che hanno sviluppato culture complesse e variegate. Il territorio è stato scoperto dai navigatori europei nel XVII secolo e, dopo alcune esplorazioni, è stato colonizzato dagli inglesi a partire dal 1788. L’Australia ha ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito nel 1901, diventando una monarchia costituzionale e adottando una forma di governo democratica. Oggi, l’Australia è una nazione avanzata e prospera, nota per la sua natura, la sua ricca storia e la sua popolazione multiculturale. Benché situata in Oceania, più vicina all’Asia che al mondo occidentale, l’influenza dei colonizzatori isnglesi è stata fortissima sulla cultura e sull’economia australiana. Oggi il Paese è dunque un’economia occidentale a tutti gli effetti.

Dal punto di vista del PIL, l’Australia è uno dei Paesi più ricchi e influenti. Come possiamo vedere dal grafico tratto da uno studio del 2023 di JP Morgan Asset Management, le più importanti componenti del PIL australiano sono consumo e spesa pubblica, che insieme occupano tre quarti dell’intera economia.

Negli ultimi decenni, l’economia australiana è cresciuta in linea con le economie occidentali sviluppate, con un tasso di crescita del PIL reale (che tiene conto dei cambiamenti dei prezzi) aumentato con un ritmo del 3,30% annuo dal 1965 al 2022. L’Australia è quindi una delle più solide e resilienti tra le economie sviluppate: secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale (FMI), l’Australia ha registrato un tasso di crescita del PIL reale maggiore del 3% annuo nel periodo 1990-2019, superiore alla media delle economie avanzate del 2,20%. Questo risultato è stato ottenuto grazie alla diversificazione dell’economia, alla stabilità politica e macroeconomica e alla forza del settore minerario e delle esportazioni.

La diversificazione dell’economia australiana ha permesso di mitigare gli effetti di eventuali shock in settori specifici, come accaduto durante la crisi finanziaria globale del 2008, quando il paese ha evitato una recessione grazie alla solidità del settore minerario e dell’esportazione di materie prime. La stabilità politica e macroeconomica, come detto, è stata un altro fattore cruciale per la crescita dell’economia australiana. Il paese ha un sistema politico stabile e democratico, con una governance efficiente e trasparente.

Uno dei pilastri dell’economia nazionale è il settore minerario e delle esportazioni, che ha svolto un ruolo fondamentale nella crescita dell’economia australiana. L’Australia è infatti uno dei maggiori esportatori di materie prime, come carbone, ferro e gas naturale. Nel 2019, il settore minerario e delle esportazioni rappresentava circa il 30% del PIL del paese. Tuttavia, l’economia australiana sta cercando di diversificare ulteriormente la propria base economica per ridurre la dipendenza dalle esportazioni di materie prime e promuovere la crescita in settori ad alta tecnologia e innovazione. Nel grafico possiamo vedere la relazione tra il PIL australiano e il prezzo globale dei minerali di ferro (Iron Ore) dal 2006 in poi. Grazie alla diversificazone dell’economia, tale relazione non è stata strettissima, ma ha comunque avuto un peso rilevante visto che il ferro è il minerale più esportato dall’Australia, con oltre $118 miliardi di export, seguito da carbone ($54 miliardi), petrolio ($40 miliardi) e oro ($18 miliardi).

Il settore minerario è così grande in Australia da rappresentare la maggioranza degli investimenti aziendali del Paese negli ultimi 20 anni. Dunque, nonostante la diversificazione, le materie prime rimangono centrali in questa economia.

In Australia, la valuta nazionale è il dollaro australiano (AUD). Il rischio di cambio è dunque un fattore da considerare quando si investe in Australia. Poiché l’economia australiana è altamente esportatrice, il valore del dollaro australiano dipende in gran parte dalla domanda globale per le materie prime come il carbone, il ferro e il gas naturale. Di conseguenza, il tasso di cambio dell’AUD può fluttuare notevolmente a seconda dell’andamento dei mercati globali delle materie prime. Gli investitori che intendono investire in Australia, così come per altre economie non appartenenti all’Eurozona, devono dunque considerare attentamente i rischi di cambio e i fattori macroeconomici che possono influenzare il valore del dollaro australiano.

Nel grafico possiamo osservare l’andamento del dollaro australiano rispetto al dollaro USA negli ultimi 10 anni. Un insieme di fattori tra cui le politiche economiche e fiscali del Paese hanno spinto fortemente verso il basso il valore del dollaro australiano, che ha perso un terzo del suo valore rispetto ai “verdoni” USA.

Il mercato azionario australiano, come detto, è uno dei più sviluppati al mondo. La Borsa più importante del Paese è l’Australian Securities Exchange (ASX), nata nel 1987 dopo la fusione delle Borse regionali locali. Attualmente, vi sono oltre 2.200 società quotate in questo exchange, un numero che lo posiziona nella top 10 mondiale delle Borse valori. Il mercato è stato allargato negli anni al trading di warrants, strumenti a reddito fisso e futures.

Per quanto riguarda gli indici finanziari, i più importanti benchmark australiani sono l’S&P/ASX 200 e l’indice MSCI Australia. L’S&P/ASX 200 è composto dalle 200 più grandi società del Paese per free-float market cap. Ecco quali sono le prime 10 società dell’indice per peso:

Un indice più concentrato è invece l’MSCI Australia (quotato anche in dollari USA). Tale indice si compone di 59 società, che insieme coprono l’85% della free-float market cap del Paese. L’indice ha avuto un rendimento incredibile nel lungo termine: infatti, dal 1987, la sua performance annualizzata è stata pari al 9,20%, più alta rispetto all’8% circa generato dagli indici globali MSCI World e MSCI ACWI. A causa della composizione settoriale a prevalenza settore finanziario e commodities, l’indice ha una valutazione meno generosa dei mercati globali. Dal punto di vista del P/E Forward e P/B ratio l’indice, con 14,5x e 2,2x risulta più economico dell’MSCI World (con rispettivamente multipli di 19,1x e 2,6x).

Le componenti più importanti di entrambi gli indici sono BHP Group, Commonwealth Bank of Australia e CSL Limited. Ecco le loro caratteristiche:

  • BHP Group è una delle principali società di estrazione mineraria al mondo, con sede in Australia. Fondata nel 1885 come Broken Hill Proprietary Company, oggi la società è presente in oltre 90 paesi e si occupa di estrazione di minerali come ferro, rame, carbone e petrolio greggio. BHP Group è impegnata inoltre a migliorare la sostenibilità delle sue operazioni e a ridurre l’impatto ambientale della sua attività.

 

  • Commonwealth Bank of Australia è la principale banca australiana in termini di attività e capitalizzazione di mercato. Fondata nel 1911 come Bank of Commonwealth, la banca ha una vasta rete di filiali in Australia e Nuova Zelanda, oltre a essere presente in Asia, Europa e America del Nord. La Commonwealth Bank of Australia offre una vasta gamma di servizi finanziari, tra cui mutui, carte di credito, conti correnti, investimenti e assicurazioni.

 

  • CSL Limited è una società farmaceutica australiana specializzata nella produzione di prodotti biologici per la salute umana e animale. Fondata nel 1916 come Commonwealth Serum Laboratories, la società ha sede a Melbourne e ha una forte presenza a livello globale, con stabilimenti di produzione e uffici in Australia, Europa, America del Nord e Asia. CSL Limited si concentra sulla ricerca e lo sviluppo di prodotti terapeutici per la prevenzione e la cura di malattie come l’emofilia, l’immunodeficienza e le malattie infettive. La società è anche impegnata nel miglioramento della salute animale attraverso la produzione di vaccini e altri prodotti per gli animali.

Fonti:

  • FRED
  • JP Morgan AM
  • MarketScreener
  • MSCI
  • OEC
  • Reserve Bank of Australia
  • XE

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