Economia

Oltre la realtà normalmente
percepita
: innovazione, interconnessione e dati

11 agosto 2021

Una realtà in continua espansione

Che vuol dire reale? Dammi una definizione di reale. Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello. Questo è il mondo che tu conosci.

Ti sei mai chiesto cosa fosse davvero la realtà? Secondo Morpheus, iconico personaggio della trilogia di Matrix, la realtà è semplicemente il risultato della nostra mente. Sulla base delle nostre convinzioni relative al mondo in cui abitiamo e a noi stessi, creiamo le nostre risposte, le nostre esperienze, le nostre realtà e quindi le nostre vite. Nel film, si delinea una nuova realtà, creata dalle macchine. Quando Matrix uscì per la prima volta nelle sale cinematografiche, nel 1999, appariva davvero utopico immaginare un mondo in cui l’informatica, i computer e internet potessero influenzare pesantemente le nostre vite. 20 anni dopo, affermare che esiste una realtà diversa da quella percepita attraverso i sensi, è pura formalità, tanto che si parla di cyberspazio: la dimensione immateriale che mette in comunicazione i computer di tutto il mondo, uno “spazio concettuale” che permette alle persone e alle organizzazioni di interagire utilizzando tecnologie per la comunicazione mediata dai computer. La loro diffusione, quella di internet, e degli smartphone hanno determinato negli ultimi anni una forte crescita del numero di informazioni generate e quindi di dati: nel 2010 l’ammontare di dati creati, catturati e consumati era pari a 2 zettabytes, oggi è circa 40 volte più grande, una crescita assurda e che sembra espandersi ulteriormente nei prossimi anni, con l’avvento dell’Internet of Things e del 5G.  Un po’ come l’universo, non esiste, oggi, la possibilità di comprendere quanto il mondo virtuale possa espandersi.

E se la sua crescita tendesse all’infinito?

D’altronde, vivremo in un mondo sempre più ricco, più interconnesso e, forse, paradossalmente più semplice. Il tutto sarà favorito da una forte crescita demografica. Oggi, attraverso internet, miliardi di dati vengono generati dall’interazione di milioni di individui. Tuttavia, in futuro, non saranno unicamente le persone a poter interagire, ma anche gli oggetti da loro posseduti. Sembra strano pensare che un oggetto possa prendere vita e comunicare con gli altri, ciononostante, un futuro che un tempo immaginavamo lontano decenni, o forse persino impossibile, è ormai alle porte: il numero di dispositivi connessi nel 2021 dovrebbe raggiungere i 46 miliardi, un aumento del 200% rispetto al 2016. Entro il 2030, si stima un numero complessivo di dispositivi pari a 125 miliardi: ogni individuo potrebbe disporre nei prossimi anni di circa 15 dispositivi intelligenti. L’IoT è un mercato in forte espansione, il cui valore potrebbe raggiungere i 500 miliardi $ entro la fine del 2021.

La ricchezza non si misura più in termini di beni tangibili, materiali, ma è generata prevalentemente da una realtà che va oltre ciò che possiamo vedere e toccare fisicamente. Basti pensare che il valore degli asset intangibili di proprietà delle società che compongono l’S&P 500, l’indice di borsa americano più importante, è pari al 90% degli asset totali: nel 1975 il valore era pari a 122 miliardi $, nel 2018, 21 trilioni $. Per le aziende, soprattutto le tecnologiche, è essenziale detenere una forte consistenza di brevetti su alcuni degli asset posseduti, o meglio di Diritti di Proprietà Intellettuale (IPR) sulle innovazioni utilizzate nel proprio modello di business. Quando si investe, è importante considerare il portafoglio di brevetti di una società e quanto questa spenda per aumentarne la qualità e la numerosità. Innovare, anche in termini di open innovation, ossia relazionandosi di continuo con il mondo circostante, è fondamentale per perdurare nel tempo e conseguire un vantaggio competitivo.

Estendere la realtà oltre quella normalmente percepita è da sempre una delle sfide principali dell’umanità. Nel 900’ ci si è concentrati maggiormente sul migliorare e scoprire una realtà tangibile. Con l’avvento di internet e dei computer, l’immaginario umano ha posto nuove basi di ricerca e di scoperta, allargando i propri orizzonti. L’uomo, sembra ormai pronto, con gli sviluppi della fisica moderna e del settore aerospaziale, a conquistare una terza realtà, ancora più complessa, che oltrepassa i confini del nostro pianeta. Secondo CNBC, l’industria spaziale globale dovrebbe generare entro il 2030 un valore pari a 1400 miliardi $, rispetto ai “soli” 350 miliardi $ del 2020. I satelliti rappresentano uno degli strumenti più importanti per raccogliere dati e permettere un loro scambio istantaneo tra persone e/o organizzazioni.

Dati: fonte di valore da tutelare

L’interconnessione globale, o quasi, in tempi infinitesimali, ha generato quindi un nuovo mondo. Potremmo considerare la parola “connessione” come la più importante degli ultimi decenni, perché è con questa che l’umanità è riuscita nell’impresa di oltrepassare ostacoli un tempo insormontabili come quelli culturali, economici e ideologici. Relazionarsi, in termini fisici e/o virtuali, crea valore per sé stessi e per gli altri.

Cosa significa?

Il tutto genera informazioni, o meglio dati. Questi, sono oggi raccolti tramite potenti software e computer che permettono alle aziende, ai governi e ai cittadini di ottenere informazioni sintetizzate ed essenziali per migliorare la qualità della vita delle persone. La Big Data Analytics permette di analizzare grandi quantità di dati, in maniera tempestiva ed intelligente, per ottenere informazioni di elevato valore, soprattutto in merito a stime di eventi futuri ed incerti.

La BDA aiuta, ad esempio, le aziende a sfruttare ogni dato generato dal proprio business, e non solo, in modo da migliorare nettamente le proprie decisioni e l’esperienza dei consumatori. Ciò si traduce in una riduzione dei costi e in una maggiore efficienza ed efficacia delle strategie aziendali. A giovare di un mondo intangibile non sono unicamente le imprese ma anche e soprattutto i consumatori che hanno la possibilità di acquistare prodotti e servizi realmente utili, riducendo gli sprechi, e modellati sulle proprie preferenze e bisogni. Le imprese non si rivolgono più alle persone come semplici consumatori ma come individui, ognuno con le proprie caratteristiche. La personalizzazione dell’offerta, tramite l’utilizzo dei dati, genera, secondo Forbes, un aumento del 10% circa delle vendite totali, riducendo i costi di marketing e di vendita del 10-20% e aumentando il tasso di soddisfazione dei clienti del 20%. Il valore di mercato dei Big Data dovrebbe raggiungere i 100 miliardi $ entro il 2027.

Raccogliere e valorizzare le informazioni generate non è sufficiente, è necessario conservarle, o meglio archiviarle in totale sicurezza, non danneggiando l’ambiente circostante. Processare, analizzare e immagazzinare milioni di dati ogni giorno tramite le tecnologie meno avanzate è causa di un elevato utilizzo di energia e di acqua, necessaria per raffreddare i server delle aziende, soprattutto le più grandi. Tutto ciò genera inquinamento e un uso improprio della risorsa più importante del nostro pianeta, destinata in futuro a scarseggiare:

Solo lo 0,007% di tutta l’acqua presente sulla Terra è dolce e facilmente accessibile, basterà per una domanda in costante crescita?

Una delle soluzioni più efficaci è rappresentata dal cloud: le imprese hanno la possibilità di sfruttare i sistemi informatici di altre aziende, minimizzando i costi di sviluppo interno di hardware e l’impatto ambientale.  Se tutte le aziende di grandi dimensioni (+ 1 miliardo $ di ricavi) utilizzassero il cloud per archiviare i propri dati si spenderebbero 12,3 miliardi $ di energia in meno e si risparmierebbero 87,7 milioni di tonnellate di CO2 (sole aziende USA). Un risultato del genere equivale a togliere dalla strada più di 35 milioni di automobili. Le soluzioni cloud saranno maggiormente favorite dalla diffusione dei computer quantistici, dispositivi di calcolo ultra-potenti capaci di processare in pochissimi secondi informazioni complesse tramite l’uso dei q-bit.

Ma dove verranno archiviate prevalentemente le informazioni in futuro?

Si utilizzerà una Distribuited Ledger Technology (DLT), o meglio una rete blockchain: un archivio distribuito e decentralizzato capace di archiviare dati in totale sicurezza e senza l’intervento di un’autorità centrale che convalidi le operazioni. Ogni informazione è raccolta in blocchi, uniti tra di loro. L’Estonia è uno dei primi Paesi al mondo ad aver decentralizzato l’intero sistema di raccolta dati dei propri cittadini: ognuno possiede una propria identità digitale, e non solo, su una vasta rete blockchain.

Tuttavia, valorizzare al meglio l’utilizzo dei dati presuppone che questi siano protetti, garantendo un consistente livello di sicurezza. Ogni giorno vengono compiuti circa 2200 attacchi hacker, 1 ogni 39 secondi e l’89% di questi ha come obiettivo quello di ottenere dei guadagni monetari; la seconda motivazione principale di un attacco informatico è lo spionaggio. Dall’inizio della pandemia gli attacchi sono aumentati del 300% e, nel 2020, le aziende di tutto il mondo hanno perso complessivamente 3,86 miliardi $ per via di questi.  Ciò che potrebbe preoccupare è che solo il 60% delle piccole e medie imprese dispone di un piano di difesa contro gli attacchi hacker. L’incremento esponenziale delle violazioni informatiche, in seguito alla diffusione del coronavirus e dei lockdown, deriva principalmente dal fenomeno dello smartworking e dalla necessità delle aziende di digitalizzare molti dei processi che un tempo venivano realizzati in termini fisici e non virtuali.

Un mondo che si muove sempre più verso una digitalizzazione dell’intero sistema economico e sociale necessita di tecnologie di supporto che possano minimizzare gli attacchi informatici, proteggendo efficacemente dati personali e il patrimonio delle aziende. Questi sono i motivi per cui negli ultimi anni il settore della cybersecurity, o meglio della sicurezza informatica, ha registrato un notevole incremento di investimenti e di opportunità: il mercato vale oggi 180 miliardi $ e si espanderà, fino al 2028, ad un CAGR del 10,9%, raggiungendo i 378 miliardi $. A questi, si aggiungono i miliardi di dollari risparmiati dalle aziende e dai governi di tutto il mondo, che avranno la possibilità di minimizzare i rischi di perdita di dati sensibili e soprattutto di denaro.

“Le minacce informatiche sono cresciute in scala e complessità; la superficie di attacco – l’ampiezza degli obiettivi esposti che un utente malintenzionato potrebbe perseguire – è diventata esponenzialmente più grande con la nascita di Internet e ora di nuovo con la nascita dell’Internet delle cose”, ha affermato Eric Knapp, ingegnere capo di Honeywell“Nel frattempo, anche gli strumenti disponibili per rilevare e prevenire le minacce sono migliorati”

La cybersecurity sarà favorita anche dallo sviluppo delle nuove tecnologie di frontiera, come l’Intelligenza Artificiale e il machine learning: applicandole, i sistemi informatici potranno reagire in maniera automatica e istantanea ad eventuali violazioni, prevenendone la loro diffusione. La crittografia è uno degli strumenti alla base della sicurezza informatica. Attraverso questa le informazioni possono essere nascoste, protette e verificate. Anche in tal caso, la tecnologia quantistica contribuirà al rafforzamento dell’intero settore: un numero crescente di dispositivi connessi presuppone enormi capacità di calcolo e di memoria e solo attraverso computer quantistici la crittografia potrà manifestare al meglio i propri effetti. Per chiave crittografica si intende una password condivisa tra le parti che scambiano le informazioni. I dati vengono quindi criptati in modo  che solo la chiave possa decodificarli e garantirvi l’accesso. Con la fisica quantistica è possibile proteggere tali comunicazioni attraverso un processo denominato Quantum Key Distribution, (QKD): durante la distribuzione della chiave quantistica, questa viene trasmessa tramite fotoni e telescopi, ai satelliti in orbita intorno alla Terra che valideranno lo scambio delle informazioni.

Le nuove tecnologie hanno l’obiettivo di favorire la nascita di un mondo, o meglio di una realtà più semplice e interconnessa garantendo un miglioramento delle qualità della vita di ognuno. Prepariamoci quindi ad immergerci in nuove realtà, oltre i confini dell’immaginario collettivo odierno.

Fonti:

  • Cobalt.io
  • Techjury.net
  • Honeywell.com
  • Combitech.com
  • Grandviewresearch.com

 

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