Investimenti

Le sfide della tecnologia e 9 trend tecnologici poco conosciuti

13 gennaio 2023

Il contesto attuale

Il contesto macroeconomico del 2022 sembra aver bloccato il progresso tecnologico. Quando i tassi di interesse aumentano, a causa di una politica monetaria restrittiva volta a frenare l’inflazione, incrementa il costo del debito. In altri termini, diviene più difficile per famiglie, imprese ed investitori ottenere del denaro in prestito. Per imprese ed investitori significa minori investimenti in progetti innovativi e di espansione del business. Lo sviluppo tecnologico necessita di molta Ricerca & Sviluppo, quindi di denaro, possibilmente a basso costo. Tassi di interesse elevati, rispetto soprattutto agli ultimi dieci anni (durante i quali sono stati quasi pari a zero), obbligano, soprattutto i grandi fondi di investimento, a gestire ancor di più in maniera efficace le proprie risorse, allocandole in progetti più sicuri, dettati da rendimenti più sostenibili e concreti.

Il decennio passato è stato caratterizzato da forti programmi di stimolo da parte delle Banche Centrali di tutto il mondo, in particolare dopo l’inizio della pandemia da COVID-19. Politiche monetarie accomodanti hanno determinato un corposo flusso di investimenti in attività più rischiose, come in molte azioni di società tecnologiche considerate growth, quindi operanti in perdita e con flussi di cassa positivi spostati in futuro, oppure in società non ancora quotate, come è consueto fare per i fondi  Venture Capital. Denaro a poco prezzo e bassa incertezza hanno ridotto di molto l’avversione al rischio di investitori e aziende. Questi hanno allocato il proprio capitale in progetti innovativi e tech basati su un grado di rischio più alto. Ricordiamo come maggiore è il rischio e più alti dovrebbero essere i rendimenti stimati sul capitale investito. I venture capitalist hanno finanziato gradualmente sempre più  startup.

Le grosse società tecnologiche invece hanno aumentato il numero di assunzioni, per soddisfare la nuova domanda per servizi e prodotti tech innescata dallo scoppio della pandemia, presupponendo che l’aumento della domanda fosse permanente. Alphabet ha aggiunto il 57% in più di dipendenti a partire da fine 2019, mentre Amazon ha quasi raddoppiato il proprio personale (da 798.000 a 1,54 milioni).

Gli eventi macroeconomici del 2022 hanno invece diminuito la tolleranza al rischio, inducendo gli investitori a preferire attività meno rischiose, come è accaduto per le società difensive. Tassi di interesse più alti, riducono il valore attuale dei flussi di cassa futuri delle società nate da poco. Il NASDAQ-100, l’indice statunitense più rappresentativo dei titoli tecnologici ha perso oltre il 30% del suo valore nel 2022, l’anno peggiore dal 2008. Non solo l’aumento dei tassi di interesse e l’instabilità economica, con la fine dei lockdown e la riapertura delle economie, la spesa dei consumatori è tornata alle esperienze del mondo reale, allontanandola dalla tecnologia. Molte aziende tech, come Meta, Amazon, Salesforce, sulla scia di una crescita dei ricavi minore rispetto al 2020-21 e di costi più alti per vita dell’inflazione, hanno annunciato numerosi tagli al personale. La debacle dei titoli tecnologici deriva quindi da due problemi correlati e significativi: il rallentamento della crescita (ritorno della vita normale) e il rapido aumento dei tassi di interesse (meno investimenti e meno spesa discrezionale da parte dei consumatori). La tecnologia è infatti un settore molto sensibile all’andamento del ciclo economico

Il rallentamento del comparto tecnologico si può osservare anche nel mercato delle offerte pubbliche iniziali, ossia nelle IPO (quotazione in Borsa di nuove società). Secondo Renaissance Capital, 71 IPO negli USA hanno generato solo 7,7 miliardi di dollari di proventi nel 2022, un calo dell’82% nel numero di IPO e un calo del 95% dei proventi dal 2021. Il peggior risultato per i proventi delle IPO da decenni. Lo si può osservare nel grafico seguente. Nel 2020-21 invece i proventi erano praticamente raddoppiati.

Un andamento simile si può rintracciare negli investimenti dei Venture capital, che nel 2022 hanno ridotto di molto il valore dei finanziamenti in startup, dopo l’esplosione del 2020-21. Si nota dal grafico.

9 trend tecnologici importanti ma poco conosciuti

Nonostante il difficile contesto macroeconomico e la riduzione degli investimenti in tecnologia nell’ultimo anno, sono già in molti a guardare con ottimismo al prossimo futuro, catalizzando le proprie ricerche nell’avanzamento tecnologico in mercati e settori capaci di cambiare radicalmente le nostre vite negli anni a venire. Infatti, quando si è in contatto con la tecnologia è necessario acquisire una visione di medio-lungo termine. Le recenti difficoltà e sfide saranno prima o poi superate e le economie più avanzate, e non solo (basti pensare all’India o al Brasile), continueranno con efficacia a rendere presumibilmente il mondo un luogo sempre più innovativo e ricco, spingendo le startup a migliorare il grado di soddisfazione dei bisogni dei consumatori. Di seguito verranno presentati alcuni dei trend tecnologici più importanti per il 2023 e per i prossimi anni.

  1. Allungamento della vita

La ricerca nell’allungamento della vita sta attirando l’interesse da parte di molti Venture capital e aziende tecnologiche. Immagina un mondo in cui l’età non è solo un numero, dove le persone avanti con l’età sono agili e sani. La società cambierebbe radicalmente: da una parte le pensioni e la sicurezza sociale subirebbero delle pressioni maggiori, mentre le industrie avrebbero una forza lavoro più ampia e più consumatori a cui vendere. Cambierebbe anche il modo in cui le persone pianificano la propria vita. Attraverso l’intelligenza artificiale e una crescente capacità di analizzare e manipolare la genetica, sempre più aziende tecnologiche si stanno cimentando nel creare soluzioni volte ad aumentare la longevità.

Le soluzioni arrivano da direzioni diverse:

– Manipolazione dei processi cellulari

– Rigenerazione di parti del corpo

– Scoperta di nuovi farmaci

– Integratori anti-aging

L’Arabia Saudita ha dichiarato nel 2022 che avrebbe speso 1 miliardo di dollari all’anno per le ricerche “anti-età”.  Una startup biotech che ha attirato l’attenzione di molti investitori, tra cui Jeff Bezos, è Altos Labs. L’azienda è guidata dal premio Nobel Jennifer Doudna, co-inventore dell’importante strumento di modifica genetica CRISPR, e ha raccolto ben $3 miliardi ad inizio 2022. Il suo obiettivo è quello di hackerare i processi cellulari per interrompere i meccanismi associati all’invecchiamento e inducendo le cellule a rientrare in uno stato più giovane e sano. Un’altra startup biotech con obiettivi ambiziosi è la parente di Alphabet, Calico, che integra alle modificazioni cellulari i servizi sanitari di Google. Lo scorso anno ha esteso la sua partnership con la nota aziende farmaceutica AbbVie per concentrarsi sulle malattie neurodegenerative e il cancro. A queste si aggiungono numerose startup che si concentrano su disturbi specifici, puntando a migliorare la qualità della vita delle persone. Tra queste Eyestem (ripristino della vista), Hy2Care (ripristino della cartilagine), Toregem BioPharma (rigenerazione dei denti). Alcune aziende, come LyGenesis, stanno persino provando a fare in modo che alcuni organi, come reni, fegato o pancreas, si rigenerino nel corpo di un paziente: una soluzione ottimale e alternativa ad un trapianto completo, soprattutto quando manca un donatore adatto.

Grandi investimenti stanno confluendo anche nella ricerca di nuovi farmaci, o precisamente, nel trovare modi migliori per progettare e testare rapidamente nuovi farmaci. I progressi nell’intelligenza artificiale e nel quantum computing favorirebbero una maggiore semplicità e velocità nell’identificare la cura corretta a specifiche malattie. Ad esempio, Algorithmiq, ha costruito una piattaforma supportata dal calcolo quantistico per le simulazioni di farmaci. 

2. Le super app

Sono diverse le piattaforme in Asia, che consentono agli utenti di utilizzare numerosi servizi in un’unica app, come messagistica, pagamenti, acquisti, giochi, consegna di cibo. Si tratta di enormi ecosistemi digitali tutto fare. Basti pensare a WeChat, piattaforma della nota società cinese Tencent, oppure a Grab. Aziende occidentali come Meta, Microsoft, Amazon, Apple, Goole, stanno sviluppando nuovi modelli di super app negli Stati Uniti e in Europa, dove questo tipo di piattaforme non si è ancora diffuso. Anche Elon Musk ha dichiarato di voler fare di Twitter una super app.

Portare sul mercato un app del genere significa conquistare un enorme vantaggio competitivo. Ogni individuo potrebbe utilizzare un’unica app per svolgere molte attività quotidiane, come la ricerca, gli acquisti, l’identificazione digitale e le già citate. Le aziende che riusciranno a creare una piattaforma combinata ed eterogenea agiranno come una sorta di porta di accesso all’economia digitale, con un’abbondanza di opportunità di monetizzazione.

La spinta alle super app è supportata direttamente dagli utenti, soprattutto i più giovani, che preferiscono, secondo alcune ricerche, rimanere in un’unica app per svolgere le proprie attività invece che utilizzarne diverse. Il Vicepresidente Senior di Google, afferma che il 40% dei giovani negli Stati Uniti ora utilizza TikTok o Instagram per trovare un posto dove mangiare invece del motore di ricerca di Google o Maps.

Meta ha annunciato, nel 2022, la sua “visione di portare l’intera esperienza di acquisto direttamente in una chat di WhatsApp”. Mentre, l’adozione di Apple Pay è decollata negli Stati Uniti, con circa il 75% degli iPhone con il servizio attivato. Ciò che è importante per tutte queste società volte a creare super app è garantire la sicurezza delle informazioni degli utenti, progredendo anche e soprattutto nella cybersecurity. Dovremmo assistere anche uno sviluppo più ampio del cloud e della velocità delle connessioni. È chiaro però un aspetto: le grosse società tecnologiche vogliono conquistare l’intera vita online degli individui

3. Nuovi business per le fintech

Le startup fintech stanno affrontando numerose difficoltà dall’inizio del 2022 con l’aumento dei tassi di interesse e l’instabilità economica. Il settore ha guidato la crescita dei Venture Capital negli ultimi anni, catturando nel 2021 $1 su ogni $4 investiti nel mercato di rischio. La prospettiva di una recessione nel 2023 incombe particolarmente per il fintech rispetto a molti altri settori tecnologici. Alcune delle fintech più note, come Robinhood che consente di investire facilmente tramite app, si affidano alle persone comuni che in periodi di espansione economica e tassi bassi hanno maggiori quantità di denaro da “buttare”, ma che in fasi economiche recessive e destabilizzanti possono decidere di contrarre bruscamente i propri investimenti per destinare il denaro ad usi più importanti. Anche le piattaforme di investimento immobiliare stanno affrontando molte sfide in un contesto economico in cui prendere a prestito del denaro per acquistare una casa diventa sempre più difficile ed oneroso (tassi sui mutui più alti). Stripe, il quarto unicorno più prezioso al mondo, è sotto pressione a causa del rallentamento dell’e-commerce.

Per sopravvivere alle difficoltà odierne, le fintech si stanno già muovendo in due direzioni:

Espansione in nuovi segmenti di mercato, compresi quelli non finanziari: accelerare la diversificazione in modo da ridurre la loro dipendenza dalle linee di business ora più rischiose. Basti pensare a Klarna che intorno al suo business principale, il Buy-Now-Pay-Later, sta implementando nuove funzionalità basate su strumenti di commercio end-to-end per rivenditori, influencer e acquirenti. Molte fintech potrebbero muoversi verso la creazione di super app. Revolut ha ad esempio creato un ecosistema di 50 prodotti, inclusi l’assicurazione per gli animali domestici, libro paga aziendale, messagistica istantenea, ecc. Un passo non finanziario, come la super app asiatica Alipay. Lo stesso sta facendo Nubank, la startup brasiliana finanziata da Berkshire Hathaway, la holding di Warren Buffett.

Targeting orientato alle imprese (B2B): molte fintech stanno minimizzando la loro esposizione a consumatori e piccole imprese, concentrandosi su grandi imprese e startup. Basti pensare a quelle fintech che offrono delle piattaforme di core banking basate su cloud, che sostituiscono i sistemi core esistenti delle banche, aiutandole ad adattarsi rapidamente alle mutevoli esigenze dei clienti. Per le fintech, finanziare un’impresa invece che un individuo è meno rischioso e garantisce un certo flusso di cassa.

4. Home-Bots

Startup e leader tecnologici stanno esplorando come i robot possano operare in totale sicurezza in casa, sia come utili strumenti di supporto per la pulizia della casa che come compagni empatici. Si stima che il mercato dei robot di consumo valga oggi $22 miliardi (CB Insights). Amazon è molto impegnata nello sviluppo di soluzioni del genere. Dall’utilizzo dei robot nella gestione dei magazzini, ora il colosso tecnologico è in prima linea per portare i robot nelle case delle famiglie. Nel 2022, ha acquisito iRobot (tra le 5 maggiori acquisizioni di sempre per Amazon), e investito in Labrador Systems, che sviluppa robot che aiutano gli utenti che vivono con dolori e malattie. I suoi robot possono navigare nelle case per trasportare oggetti. Anche Dyson è decisamente impegnata nel favorire soluzioni utili per migliorare la vita quotidiana delle persone nelle proprie case: nel 2022 ha mostrato dei prototipi di robot che lavano i piatti, apparecchiano la tavola, raccolgono giocattoli e fanno molte altre faccende. Lo stesso ha fatto Google, aggiungendo però ai robot la capacità di conversare attraverso l’intelligenza artificiale.

Oltre all’assistenza nelle faccende domestiche, molte aziende stanno sviluppando robot che soddisfano un bisogno importante: la compagnia. Ad esempio, i robot di Intuition Robotics sono progettati per fornire compagnia alle persone che trascorrono la maggior parte del tempo a casa, come gli anziani. Il robot utilizzando l’AI, può dare vita a conversazioni, battute, giochi e suggerimenti. La Disney ha finanziato la creazione di un robot capace di educare e intrattenere i bambini.

I robot dovranno conquistare la fiducia degli utenti, affrontando varie sfide come la privacy e la sensibilità di molte persone (le aziende potrebbero infatti sfruttare l’AI per promuovere servizi e prodotti adatti all’utente).

5. Centrali elettriche virtuali

I sistemi energetici decentralizzati si stanno diffondendo sempre di più con l’aumento della domanda di energia rinnovabile e dei prezzi dell’energia. Storicamente, la produzione di energia rinnovabile è variabile, in quanto dipende dalle condizioni meteorologiche (es. eolica e solare). Ciò rappresenta spesso un freno ad una sua adozione completa. Le Centrali elettriche virtuali (Virtual Power Plant) potrebbero risolvere questo problema. Tali sistemi infatti aggregano l’energia da una rete di risorse energetiche distribuite. Utilizzando un sistema basato sul cloud e implementando l’intelligenza artificiale, tali sistemi possono rendere l’energia rinnovabile più resiliente e meno volatile alle condizioni meteorologiche, attingendo energia ovunque sia disponibile anche quando la domanda fluttua.

Ad esempio, se una turbina eolica non produce energia in un dato momento, allora delle batterie cariche dall’altra parte della città potrebbero aiutare a compensare, in maniera decentralizzata e istantanea. Le VPP possono ridurre la dipendenza da carbone e gas, stabilizzare le reti e ridurre i costi energetici per le famiglie. Tra le società in prima linea per lo sviluppo delle centrali elettriche virtuali vi è Tesla.

6. Olfatto digitale

La tecnologia dell’olfatto sta compiendo progressi significativi che potrebbero influenzare settori, tra cui cibo, vendita al dettaglio, assistenza sanitaria e altro. Portare l’olfatto nel mondo digitale è una grande sfida in quanto, a differenza della luce e del suono, gli odori sono molto più difficili da decodificare perché basati su molte molecole. Inoltre, un odore può essere anche soggettivo, una persona può percepirlo in maniera diversa da un’altra. Tuttavia, la digitalizzazione dell’olfatto potrebbe generare numerosi vantaggi: misurare, analizzare e prevedere con precisione gli odori potrebbe portare a rilevare con anticipo alcune malattie o lo stato di maturazione di un cibo. Le aziende alimentari e di bellezza potrebbero sperimentare in modo più rapido ed economico gli odori identificando potenziali prodotti che i consumatori apprezzerebbero effettivamente. Inoltre, codificare gli odori e ricrearli accuratamente darebbe un ulteriore slancio al metaverso.

Google ha recentemente annunciato di aver utilizzato il machine learning per mappare le molecole degli odori analizzati, sviluppando ad esempio dei sistemi capaci di prevedere gli odori che le zanzare troverebbero sgradevoli, favorendo la creazione di repellenti più economici ed efficaci. I progressi più importanti si possono osservano nelle catene di produzione alimentari, adattando la produzione del cibo alle preferenze olfattive dei consumatori. Alcune startup, come The eNose Company, stanno inoltre costruendo dei nasi elettronici che analizzano il respiro dei pazienti per rilevare malattie, diagnosticando in anticipo dei tipi di cancro.

7. Tecnologie per la menopausa

È in netta crescita il numero di startup orientate a migliorare la qualità della vita delle donne, rivolgendo la propria attenzione a problemi spesso poco considerati come la menopausa, che rappresenta un mercato destinato a crescere fino a $16 miliardi entro il 2025. Il 90% delle donne non viene istruito sulla menopausa a scuola e il 60% non si sente affatto informato a riguardo (Sage Journal). Ciò rende complicato per le donne identificare i sintomi della menopausa e cercare supporto. Solo un quarto delle donne affette da sintomi della menopausa riceve un trattamento (Bonafide). La transizione alla menopausa può essere associata a vari sintomi dolorosi come il deterioramento cognitivo, vampate di calore e insonnia. Tuttavia, le opzioni di trattamento medico per i sintomi della menopausa sono decisamente limitate.

Diverse startup stanno investendo per aiutare ad affrontare questi problemi, rendendo più accessibili le cure a distanza. Ad esempio, Rory connette pazienti e medici per trattare facilmente i sintomi della menopausa tramite la telemedicina, Alloy si concentra sulle terapie ormonali a base vegetale, Vira Health sfrutta l’intelligenza artificiale per offrire soluzioni personalizzate. 51 Apparel usa invece materiali high-tech per progettare abiti che regolano la temperatura per le donne alle prese con i sintomi della menopausa.

8. Materiali Bio

Molte aziende stanno trasformando sostanze derivate da fonti naturali come funghi e alghe in materiali di nuova generazione, capaci di essere durevoli, resistenti al fuoco, all’acqua e alla muffa. Possono essere anche un’alternativa eco sostenibile alla plastica. Per questo motivo questi materiali potrebbero essere una chiave fondamentale nel favorire lo sviluppo di un’economia circolare. D’altronde solo il 9% della plastica mondiale viene riciclata (OCSE). Di fronte ad una carenza di plastica riciclata, sempre più marchi di consumo e di moda si rivolgono a materiali a base biologica per minimizzare la loro dipendenza dalla plastica.

Ntopla e B’ZEOS forniscono ad esempio imballaggi alimentari a base di alghe; Smarfiber produce tessuti con alghe biodegradabili. Nel 2019, IKEA ha invece annunciato che avrebbe sostituito i suoi imballaggi in polistirolo con materiali derivanti dai funghi. Anche la casa di moda di lusso francese Hermès collabora con varie startup per aggiungere sulle borse delle componenti a base di funghi. Lo stesso sta facendo General Motors, per lo sviluppo di materiali per interni automobilistici.

Di certo, i materiali fatti con alghe e funghi non potranno generare un’offerta sufficiente capace di soddisfare l’intera domanda di plastica. Tuttavia, si stanno sviluppando altre opzioni come i materiali realizzati con canna da zucchero, soia, mais, sughero, ecc.

9. Agricoltura rigenerativa

Secondo Fast Company, l’agricoltura industriale rappresenta il 30% delle emissioni globali di carbonio, il 70% dell’uso di acqua dolce e il 60% della perdita di biodiversità. Una tecnologia che si sta diffondendo sempre più è l’agricoltura rigenerativa. Essa ripristina la salute del suolo e previene l’erosione attraverso pratiche come piantare alberi, minimizzare l’aratura, evitare fertilizzanti sintetici e pesticidi, ecc. Il noto marchio di abbigliamento Patagonia mira ad utilizzare il 100% di cotone rigenerato e canapa entro il 2030. L’azienda sfrutta quindi la coltivazione del cotone rigenerativo. Nestlé, nonostante il suo poderoso green washing e moltissime pratiche scorrette per l’ambiente e i diritti umani, sta incentivando i coltivatori di cacao dell’Africa occidentale ad utilizzare pratiche di agricoltura rigenerativa.

Verna, una startup agtech, analizza i dati geospaziali per prevedere quale terra è più adatta per l’agricoltura rigenerativa; Twisted Fields, sviluppa robot a guida autonoma capaci di automatizzare attività come la semina di precisione, il diserbo e la raccolta; Civtech ha sviluppato pratiche rigenerative che riducono il consumo complessivo di acqua per le colture.

Fonti:

  • CB Insight
  • Barron’s
  • Reneissance Capital
  • Amazon

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Nota bene: lo scopo dell’articolo è esclusivamente didattico ed esso non deve intendersi come la promozione di un particolare investimento. Tutti i marchi citati sono dei relativi proprietari.